Montagna da evitare: ecco cosa c’è sapere su questo tema

Montagna da evitare: ecco cosa c’è sapere su questo tema

La montagna da evitare si deve conoscere. Per sapere cosa non fare e, di conseguenza, cosa fare per creare le giuste condizioni di lavoro per rendere questi luoghi fruibili dai suoi amanti ma anche sicuri. E’ il ragionamento che stanno facendo in queste ore le istituzioni intorno alle Dolomiti che, anche se sono state collocate sotto la tutela dell’Unesco, corrono il rischio di essere considerate e vissute più come il distretto dell’intrattenimento, un luna-park da fine settimana. Vediamo cosa è emerso dalla discussione.

 

La montagna da evitare, il confronto

Si è quindi parlato da un lato del tema neve, con le connessioni al clima in uno scenario dove la siccità incalza inesorabilmente e i rimedi artificiali si rivelano comunque parziali e inadeguati, e dall’altro del nodo di uno spopolamento altrettanto inesorabile e non meno devastante. Tanto che va ormai di moda chiamarle “terre alte”, anche se per molti l’aggettivo più corretto sarebbe “remote” specialmente in un Nordest che solo in Trentino-Alto Adige attua da sempre una politica specifica della montagna mentre in Friuli-Venezia Giulia e ancor più in Veneto investe sulla pianura trascurando le aree in altura.

 

La pluralità come rimedio

In merito così esce fuori dal documento dell’incontro:

Non esiste “la” montagna ma ci sono “le” montagne: realtà in cui si incrociano temi strategici, dalla scuola alla sanità, dalla produzione all’agricoltura. Che comportano un approccio diverso e molto più ostico rispetto ai territori di pianura, ma che finora sono state mantenute ai margini malgrado la montagna disponga di una tutela in Costituzione, all’articolo 44. Dolosamente incompiuto.

La conseguenza principale, e sempre più eclatante, è lo svuotamento progressivo dei comune montani: di attività, e soprattutto di persone. L’esempio più vistoso è quello del Bellunese, dove tutti i 61 Comuni, capoluogo compreso, sono in saldo demografico negativo; e la popolazione della provincia è la più vecchia dell’intero arco alpino.”

 

Le conclusioni

E’ chiara la drammatica ricaduta per le realtà montane minori della chiusura di servizi strategici, a partire dalla scuola, dove esistono Comuni che ricorrono letteralmente all’affitto di alunni per tenere in vita le classi, perché perderle sarebbe drammatico. E così quelle che sono definite le “non-politiche della montagna” hanno cagionato un invecchiamento della popolazione che rappresenta un’autentica tragedia. Il rapporto tra uomo e natura oggi è messo a dura prova dalla legge del consumo a oltranza, che st facendo precipitare la montagna in un lungo inverno ma senza neve.

Ora che avete qualche strumento in più per ragionare sulla montagna da evitare nel futuro prossimo, godetevi quella del presente ma fatelo in sicurezza.

 

I nuovi strumenti di MountaiNow

In questo vi supportiamo noi con la nostra app e le sue aggiunte di molte nuove caratteristiche tra cui queste principali.

Altezza della neve

E’ una nuova icona è disponibile per condividere l’altezza della neve. Facilmente misurabile con una classica sonda da sci alpinismo, la condivisione di questa osservazione fornisce informazioni in tempo reale sulla quantità di neve e contribuisce direttamente alla ricerca sul clima, soprattutto se essa viene fatta sui ghiacciai.

Nuovi livelli di mappa

Si tratta di un insieme di itinerari per lo sci alpinismo, il trekking o il mountain bike. Possono anche essere proiettati dal vivo durante la registrazione di una traccia GPS.

Dati fotografici

Una volta che siete a casa, le foto possono essere condivise in un attimo. Non c’è bisogno di inserire la data o il luogo manualmente, l’applicazione lo fa per voi.

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