Cambiamenti climatici sulle montagne rocciose: l’incendio è un rischio

Cambiamenti climatici sulle montagne rocciose: l’incendio è un rischio

Bisogna guardare in faccia la realtà e cioè che i cambiamenti climatici stanno agendo pesantemente anche sulle nostre amate montagne. Il riscaldamento globale rischia di prendersi tante cose belle tra cui, secondo uno studio recente, le splendide foreste d’alta quota del Colorado e del Wyoming. Circa i cambiamenti climatici sulle montagne rocciose parla, infatti, una ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences che ha evidenziato come gli alberi delle Montagne Rocciose stiano bruciando a un ritmo maggiore rispetto a quelli registrati negli ultimi due millenni. Vediamo di che si tratta perché è una notizia che può insegnare molto su tutto il tema più in generale.

Lo studio circa i cambiamenti climatici sulle montagne rocciose

Gli autori di questo lavoro sui cambiamenti climatici sulle montagne rocciose sono un team di ricercatori della University of Montana e della University of Wyoming. A loro preme sottolineare i cambiamenti climatici di origine antropica, principali responsabili del fenomeno, e ammoniscono che, in mancanza di azioni concrete e veloci, questo scenario è destinato a peggiorare velocemente nei prossimi anni. Non solo.

Chi ha portato avanti questo studio sui cambiamenti climatici sulle montagne rocciose sono paleoecologi, cioè scienziati che studiano l’evoluzione degli ecosistemi nella storia,. Questo significa che:

Analizzano il carbone trovato nei sedimenti dei laghi americani per ricostruire la storia degli incendi, con il fine di comprendere ciò che è successo nel passato per capire i cambiamenti osservati nel presente e prevedere quello che potrebbe avvenire nel futuro. La stagione degli incendi del 2020 è stata particolarmente feroce: l’anno scorso le foreste del Colorado hanno bruciato fino a ottobre inoltrato, cosa del tutto inusuale.

I dati

Secondo questo prezioso lavoro:

A novembre scorso, i soli incendi del 2020 erano responsabili del 72% della superficie bruciata totale nelle foreste di alta quota dal 1984 (almeno nelle regioni prese in esame nello studio), e tre degli incendi avvenuti sono stati i più intensi mai osservati.

In merito uno dei ricercatori, Philip Higuera, ha dichiarato:

Analizzando la stagione degli incendi del 2020, ci siamo resi conto che i sedimenti che avevamo raccolto negli ultimi 15 anni, provenienti da 20 laghi diversi, ci avrebbero consentito di studiare il fenomeno e di compararlo con gli incendi del passato con grande precisione e accuratezza. Combinando le informazioni, ci siamo resi conto che nel 2020 l’attività degli incendi si sia effettivamente ‘spinta’ l’attività degli incendi ben al di là della gamma di variabilità sperimentata negli ultimi duemila anni.

In particolare, gli autori hanno osservato che:

A partire dal 2000, gli incendi stanno bruciando in media quasi il doppio della superficie rispetto agli ultimi due millenni: storicamente, le foreste di alta quota bruciano più o meno una volta ogni 230 anni, mentre nel ventunesimo secolo questo intervallo si è ridotto a circa 120 anni. Uno scostamento addirittura maggiore di quello verificatosi durante la cosiddetta “anomalia climatica medioevale”, un altro momento storico (circa 1200 anni fa) in cui le temperature sono state particolarmente alte. La causa è molto probabilmente legata al fatto che le condizioni climatiche sono sempre più calde e secche.

Lo scenario futuro

Questi cambiamenti climatici sulle montagne rocciose registrati cosa comportano? Lo spiega Higuera stesso con queste parole

Quello che ci deve far riflettere è che l’intensificazione degli incendi sta già avvenendo, e siamo appena all’inizio del secolo. Non avverrà nel 2050, o nel 2075: è già successo nel 2020. E dunque dobbiamo aspettarci stagioni degli incendi sempre più estreme e sempre più comuni, dal momento che tutte le previsioni indicano che le estati diventeranno più calde e secche rispetto al passato. A meno che non si agisca prima di subito per invertire la tendenza. Abbiamo ancora l’opportunità di limitare o invertire il cambiamento climatico e, contemporaneamente, per prepararci adeguatamente a contenere gli incendi dei prossimi anni.

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Altezza della neve

E’ una nuova icona è disponibile per condividere l’altezza della neve. Facilmente misurabile con una classica sonda da sci alpinismo, la condivisione di questa osservazione fornisce informazioni in tempo reale sulla quantità di neve e contribuisce direttamente alla ricerca sul clima, soprattutto se essa viene fatta sui ghiacciai.

Nuovi livelli di mappa

Si tratta di un insieme di itinerari per lo sci alpinismo, il trekking o il mountain bike. Possono anche essere proiettati dal vivo durante la registrazione di una traccia GPS.

Dati fotografici

Una volta che siete a casa, le foto possono essere condivise in un attimo. Non c’è bisogno di inserire la data o il luogo manualmente, l’applicazione lo fa per voi.

Non solo! Se questo item “giovani europei e cambiamenti climatici” v’incuriosisce, partecipate alla campagna di osservazioni quest’estate: puoi aiutare la ricerca sui cambiamenti climatici. Come? Vi basteranno pochi click passeggiando o da casa. LEGGETE MEGLIO QUA

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