Disciplinare la montagna: ecco una proposta costruttiva per il futuro

Disciplinare la montagna: ecco una proposta costruttiva per il futuro

La montagna nel lockdown ha subito molti danni. Ovviamente si allude al settore turistico che opera su di lei e a favore degli appassionati. Perché le vacanze ad alta quota, un po’ come tutto il turismo, sono ferme al palo da troppo tempo e le escursioni sono continuamente preda di alti e bassi dei colori delle singole regioni che mutano costantemente a seconda del livello medio dei contagi. Ecco perché chi davvero vuole bene a questo mondo punta forte sul disciplinare la montagna. E’ l’unica strada (forse in salita) per puntare ad un futuro (si spera non lontano) migliore.

L’appello degli addetti ai lavori

Sull’importanza di disciplinare la montagna lanciano un preciso ed accorato i Centri di Educazione Ambientale del Furlo, di San Martino, del Nerone e del Catria e lo rivolgono, con queste parole, alle amministrazioni locali:

In primo luogo l’incremento delle attività all’aria aperta nelle nostre aree interne è assestato e crescerà ancora. Si tratta ormai di un afflusso che, se ben gestito, può fare la differenza sulle economie dei nostri centri minori. In secondo luogo, emerge con evidenza l’impreparazione del territorio a gestire tali numeri.

Si evidenzia la necessità di diluire gli afflussi: la scorsa estate ad esempio, si è avuta una enorme concentrazione di persone sempre nelle stesse aree. Questo ha causato addirittura fenomeni di degrado: parcheggio selvaggio, sentieri dissestati, libero bivacco con fuochi accesi in libertà (in estate !), manomissione degli ambienti fluviali e torrentizi, affollamento delle pareti rocciose, gruppi di escursionisti piuttosto numerosi in posti pericolosi, bikers lanciati in velocità sui sentieri frequentati dalle famiglie e moto da cross un po’ ovunque”. “Senza ledere i diritti di nessuno- aggiungono i Centri di Educazione Ambientale- si tratta di attività che è giunto il momento di disciplinare e organizzare, altrimenti gli aspetti deteriori diverranno prima cronici e poi disastrosi.

Le proposte

Premesso tutto ciò, quali sono le proposte concrete per disciplinare la montagna? Eccole:

Anzitutto occorre maggiore sorveglianza, per prevenire gli abusi e i danni al territorio, certo, ma anche per garantire la necessaria sicurezza. Si tratta di situazioni facilmente risolvibili con un po’ di organizzazione. Fornire un po’ di logistica, (possibilmente nei pressi degli abitati, che debbono essere il punto di ricaduta di tutte le attività), dare delle regole (alcuni sentieri pericolosi potrebbero essere resi temporaneamente inagibili in certi periodi e altri avere l’accesso a numero chiuso, con gruppi condotti dalle guide, come già avviene altrove) organizzare vigilanza e sicurezza.

Si tratta di azioni che, nell’immediato, richiedono forse più volontà che risorse. Da parte loro, gli operatori del territorio, (guide di ogni tipo e specialità) devono mantenere un comportamento responsabile, evitare la costituzione di gruppi troppo numerosi e mantenere un giusto rapporto numerico proporzionale tra operatori e fruitori del servizio.

Infatti i nostri CEA sono da sempre molto attenti a questi aspetti: ognuna delle nostre guide accompagna un numero limitato di persone ed evita percorsi ritenuti troppo pericolosi. Insomma, se le autorità territoriali preposte riusciranno a coordinarsi, con uno sforzo sostenibile riusciranno ad organizzare il turismo, la fruibilità delle nostre montagne e dei nostri fiumi, evitando situazioni incresciose e nel contempo ponendo le premesse per un forte impulso alle attività economiche dei centri montani. Saranno contenti anche i fruitori.

L’altra soluzione possibile per disciplinare la montagna e renderla, quindi, più forte dopo questo periodo difficile, è iniziare a lavorare per istituire gradualmente e nel rispetto di tutti e di tutto, una vasta area protetta, sovra-ordinata e dotata di risorse proprie, cui delegare proprio questi aspetti:

Qualcosa che sia concretamente un parco nazionale.

Lo strumento della Ghost Track

Anche grazie a questa importante azione per disciplinare la montagna, presto ci riprenderemo la nostra passione e lo faremo con una crescente sicurezza. Come? Per merito del nostro nuovo tool della Ghost Track. Tecnicamente si tratta di una traccia che può essere utilizzata come esempio durante il tracciamento GPS.

L’importante è specificare che non è pensata per essere utilizzata come traccia di riferimento o traccia guida. Non è prudente seguirla alla cieca! Controllate, invece, voi stessi le condizioni e modificate la vostra track di conseguenza. Come provarla? Vi basterà scaricare gli aggiornamenti dell’app (da Google Play o da AppStore) o visitare il nostro sito web ufficiale.

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