Report Nevediversa: come è andata la stagione secondo Legambiente (parte I)

Report Nevediversa: come è andata la stagione secondo Legambiente (parte I)

Report Nevediversa, si chiama così il documento che aiuterà tutti gli addetti ai lavori e appassionati di montagna a capire quanto stiano incidendo i cambiamenti climatici nelle nostre stagioni invernali. La neve che diminuisce e il caldo che, invece, aumenta fanno uno strano e pericoloso lavoro. In mezzo a questo c’è il turismo invernale che dipende ovviamente dalla neve stessa. Ecco perché Legambiente s’impegna a fare un’analisi di questo tipo scattando fotografie della passata finestra turistica e mettendo nero su bianco dati, tra cui emerge, per favore un esempio, che il Trentino Alto Adige è in cima alle classifiche per numero di invasi e anche per l’aumento della temperatura nei luoghi dove insistono anche le stazioni sciistiche. Vediamo più nel dettaglio cosa ci racconta questo documento.

Report Nevediversa, i risultati

Quest’analisi parte da dati poco incoraggianti e purtroppo arcinoti. Lo spiegano Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente, e Sebastiano Venneri, responsabile Turismo Legambiente, con queste parole:

“E’  un momento critico per le montagne perché il 2022 è stato l’anno più caldo e secco in oltre due secoli in Italia, il secondo più caldo in Europa. E nulla sta cambiando in questo inizio anno tanto che è difficile separare la crisi del turismo invernale da quella della siccità. Anche per il 2023 la situazione idrica sarà critica. Sulle Alpi, le cui nevi provvedono al 60% dell’alimentazione del fiume Po, è nevicato la metà rispetto alla media. In base ai dati delle ultime settimane di febbraio 2023 la carenza di neve è quantificata in circa il 53% in meno sull’arco alpino. Lungo il bacino del Po in particolare il deficit di neve è arrivato al 61%. (fonte, Cima Research Foundation). Si sta prefigurando dunque un altro anno senza neve, con una siccità che attanaglia le Alpi già ora come se fossimo in pieno agosto.”

Report Nevediversa, le temperature in quota

Quel che rende preziosa questa ricerca è che ci si sofferma molto sull’analizzare  l’aumento delle temperature legato al cambiamento climatico:

“Sono stati cinque anni più caldi in oltre due secoli sono tutti concentrati dal 2014 in poi, e i dieci più caldi dal 2003 in poi, a testimonianza della drammatica accelerazione del riscaldamento atmosferico. E guardando alle località che ospitano impianti di risalita, i maggiori incrementi sono concentrati sulle Alpi. L’aumento più elevato è stato misurato nei comuni di Aprica e Teglio, entrambi in provincia di Sondrio con un aumento di ben 3,9 gradi. Un grado in più rispetto all’incremento fatto registrare – dati sempre Legambiente – dal Tonale, lato Vermiglio. Un aumento di 2,8 gradi è stato riscontrato da Moena e di 2,6 da Peio. Con un più che supera i due gradi ci sono anche Predazzo, San Martino di Castrozza, Pinzolo, Folgarida. Mezzana, Commezzadura, Canazei, Sèn Jan, Lavarone.”

Significa che fa caldo anche là dove la Natura aveva pensato il freddo. La conseguenza più immediata e superficiale è l’impossibilità della neve ad attecchire e a restare sul suolo.

Innevamento e bacini

Sul tema dei bacini emerge che il Trentino Alto Adige è la regione con il maggior numero di bacini artificiali, ben 59, mentre la Lombardia ne ha solo 17, il Piemonte 16 e la Val d’Aosta 11. Fra quelli descritti nel report Nevediversa ci sono:

  •  quello di Pinzolo (Grual Rossa) che garantisce acqua a sufficienza per coprire di neve i tracciati dell’area di Pinzolo, compreso il collegamento Pinzolo- Campiglio Express, attraverso il sistema di innevamento programmato
  • quello di Folgarida Marilleva (Val Mastellina) che è in progettazione che consentirà di immagazzinare oltre 180.000 metri cubi di acqua
  • quello di Campiglio (Montagnoli) che è in grado di fornire al momento opportuno 1.500 litri d’acqua per ettaro di piste da innevare. È tra i più grandi e capienti bacini artificiali italiani mai realizzati per l’innevamento programmano
  • quello di Passo Coe e del Pordoi caratterizzato da un muro in cemento alto 12 metri, parzialmente interrato
  • quello della Panarotta con il via libera al progetto da 1,4 milioni di euro che è stato dato un anno fa

Forti anche delle informazioni che stanno arrivando da questo documento di Legambiente, continuate a godervi la montagna ma sempre in sicurezza.

I nuovi strumenti di MountaiNow

In questo vi supportiamo anche noi con la nostra app e le sue aggiunte di molte nuove caratteristiche tra cui queste principali.

Altezza della neve

E’ una nuova icona è disponibile per condividere l’altezza della neve. Facilmente misurabile con una classica sonda da sci alpinismo, la condivisione di questa osservazione fornisce informazioni in tempo reale sulla quantità di neve e contribuisce direttamente alla ricerca sul clima, soprattutto se essa viene fatta sui ghiacciai.

Nuovi livelli di mappa

Si tratta di un insieme di itinerari per lo sci alpinismo, il trekking o il mountain bike. Possono anche essere proiettati dal vivo durante la registrazione di una traccia GPS.

Dati fotografici

Una volta che siete a casa, le foto possono essere condivise in un attimo. Non c’è bisogno di inserire la data o il luogo manualmente, l’applicazione lo fa per voi.

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