Futuro del Soccorso Alpino, ecco un’intervista interessante

Futuro del Soccorso Alpino, ecco un’intervista interessante

C’è molto da ragionare sul futuro del Soccorso Alpino ma il miglior modo possibile è farlo attraverso le dichiarazioni di chi in questa realtà ci vive e ci opera. Ecco perché riportiamo volentieri l’intervista di Maurizio Dellantonio, recentemente rieletto Presidente del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico per il terzo mandato consecutivo. Ecco cos’ha detto sul tema della montagna e delle attività che si svolgono ad alta quota.

Come ha lasciato il CNSAS al termine del tuo secondo mandato?

“Sono stati anni di impegno e passione. Non solo mia, ma di un team – quello della Direzione Nazionale – che ha saputo unire competenze e professionalità diverse per modernizzare il Soccorso Alpino e Speleologico. Siamo riusciti a lavorare più a stretto contatto con le Istituzioni del Paese, contribuendo anche a riformare le leggi che normano la sicurezza in montagna. Ho lasciato un CNSAS davvero vitale, con una forte attitudine al cambiamento, ma fermamente ancorato ai propri valori”.

Qual è l’obiettivo principale per il terzo mandato?

“Dotare il Soccorso Alpino e Speleologico di tutti gli strumenti necessari per guardare ai prossimi anni contando su basi estremamente solide. Questo significa investire in primis sulla formazione della componente tecnica – oggi già davvero al top, ma non ci accontentiamo – e della componente amministrativa dei nostri dirigenti regionali e provinciali. Abbiamo poi aperto molte strade di collaborazione con partner istituzionali davvero di prim’ordine creando una rete di accordi e protocolli. Infine abbiamo iniziato il progetto esecutivo per la ristrutturazione della nuova sede nazionale: a Milano nascerà un vero “campus” del CNSAS”.

Da quando ha assunto la direzione del CNSAS, l’organizzazione ha assistito a un costante incremento di interventi e operazioni di soccorso.

“In piena pandemia abbiamo superato, per la prima volta nella storia del CNSAS, i 10 mila interventi di soccorso. È frutto di una nostra maggiore operatività, oltre che del riconoscimento del nostro ruolo all’interno del mondo dell’emergenza/urgenza, ma è frutto anche di una maggiore frequentazione della montagna. Sport una volta appannaggio di pochi e considerati a volte “estremi”, sono oggi molto più diffusi. È un bene per le “terre alte” e le nuove generazioni di abitanti della montagna, ma questo va sicuramene di pari passo con una necessaria attività di prevenzione degli incidenti. Anche su questo siamo certamente attivi”.

Dal punto di vista del Soccorso Alpino, com’è cambiata la frequentazione della montagna negli ultimi anni?

“La montagna è in grado di offrire davvero molto agli appassionati di outdoor. Pensiamo al boom delle e-bike che hanno ampliato sentieri e distanze percorribili dagli appassionati, il cui numero è aumentato in maniera impressionante. Ma l’incremento di praticanti vale per l’arrampicata, lo scialpinismo, il parapendio. C’è molta voglia di attività all’aperto, ma un po’ meno propensione ad avvicinarsi alla montagna per gradi, con umiltà. Serve puntare anche sulla cultura e l’etica nel frequentare boschi, valli, cime”.

Come è nata la sua passione per la montagna?

“Mio papà Giorgio era una guida alpina e da quando ho ricordo, le nostre gite domenicali si svolgevano in montagna, in estate e in inverno. Mi ha insegnato a sciare appena dopo che ho imparato a camminare. A 17 anni avevo già ripetuto, spesso di nascosto dai miei genitori, le più importanti vie classiche delle Dolomiti di Fassa e Gardena. L’anno successivo sono entrato nel gruppo rocciatori della Polizia di Moena, il mio paese, e ci sono rimasto per più di 35 anni, dapprima come istruttore di sci e alpinismo e poi come coordinatore della sezione corsi e attività alpinistiche. Sono guida alpina dal 1990”.

Perché e come è diventato soccorritore?

“Sono entrato nell’allora Corpo Soccorso Alpino della SAT nel 1980, ancora minorenne, anno della costituzione della Stazione di Moena. Capo Stazione era Carlo Sommavilla, prematuramente scomparso, che mi ha “reclutato” assieme alla compagnia di giovanissimi appassionati di montagna che frequentavo. Per me, quindi, è stato un dovere più che una scelta. Sono poi subentrato a Carlo come Capo Stazione, poi Delegato della Zona Fiemme-Fassa, 2 mandati da Presidente del CNSAS Trentino infine sono entrato nella Direzione nazionale oltre 15 anni fa. Dopo 22 anni di onorata carriera, vivo ancor oggi questa mia esperienza di soccorritore con immutato entusiasmo”.

Non sembra nuvoloso il futuro del Soccorso Alpino e questa è una fortuna. Garantisce un livello elevato di sicurezza in montagna che noi contribuiamo a dare. Come?

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Altezza della neve

E’ una nuova icona è disponibile per condividere l’altezza della neve. Facilmente misurabile con una classica sonda da sci alpinismo, la condivisione di questa osservazione fornisce informazioni in tempo reale sulla quantità di neve e contribuisce direttamente alla ricerca sul clima, soprattutto se essa viene fatta sui ghiacciai.

Nuovi livelli di mappa

Si tratta di un insieme di itinerari per lo sci alpinismo, il trekking o il mountain bike. Possono anche essere proiettati dal vivo durante la registrazione di una traccia GPS.

Dati fotografici

Una volta che siete a casa, le foto possono essere condivise in un attimo. Non c’è bisogno di inserire la data o il luogo manualmente, l’applicazione lo fa per voi.

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