Montagna e preistoria: un legame solido che non acenna a scendere

Montagna e preistoria: un legame solido che non acenna a scendere

Sono da sempre connessi montagna e preistoria e una recente scoperta lo dimostra. Si tratta di un reperto che proviene dal Monte Baldo e che risale a oltre 3.300 anni fa. Secondo gli esperti:

E’ una spada dell’età del Bronzo, rinvenuta casualmente da un escursionista.

Per mostrare l’oggetto al pubblico la Soprintendenza per i Beni Culturali ha organizzato l’incontro “La montagna e la preistoria”. E’ stata una presentazione che ha previsto brevi interventi sull’archeologia locale da parte del soprintendente per i beni culturali Franco Marzatico, del direttore dell’Ufficio beni archeologici Franco Nicolis, di Paolo Bellintani, archeologo della Soprintendenza, Marco Avanzini (Muse), Maurizio Battisti (Fondazione Museo Civico Rovereto), Paola Salzani (Soprintendenza per l’archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza) e Mara Migliavacca (Università di Verona).
L’evento è servito a sensibilizzare la popolazione alla valorizzazione del patrimonio culturale e restituire alla cittadinanza un bene archeologico che racconta della storia antica del territorio.

La spada tra montagna e preistoria

Il reperto è entrato nella collezione permanente dell’Antiquarium di Avio, allestito a Palazzo del Vicariato. In generale, la regola dice che, nel caso di fortuiti ritrovamenti, come accadde sul Monte Baldo, gli oggetti vanno consegnati alla Provincia, a tutti gli effetti proprietaria del materiale rinvenuto. Nello specifico:

La spada in bronzo è stata rinvenuta nel 2021, in prossimità del crinale del Monte Baldo a circa 1360 metri di altitudine. Il reperto è stato originariamente consegnato alla Soprintendenza di Verona e poi, grazie alla collaborazione degli archeologi veronesi, riconosciuto come proveniente dal Trentino, nel territorio del Comune di Avio, e consegnato all’Ufficio beni archeologici provinciale. Datato alla tarda età del Bronzo (1350 – 1000 a.C. ca) e realizzato in lega di rame e stagno, il reperto è sostanzialmente integro, salvo la perdita degli elementi mobili dell’immanicatura (forse in materiale deperibile), di cui però rimangono i ribattini per il fissaggio. La spada risulta piegata giusto all’altezza dell’attacco dell’immanicatura.

Le caratteristiche della spada di Avio

L’origine della spada, strumento da combattimento per eccellenza, risale a più di 5000 anni fa, quando fa la sua prima comparsa nel nord della Mesopotamia, ma si diffonde nel mondo mediterraneo e in Europa oltre mille anni più tardi:

Nella provincia di Trento sono note circa una decina di spade dell’età del Bronzo (4300-3000 anni fa) le più antiche delle quali risalgono alla sua fase media (3650-3350 anni fa). Le ricerche archeologiche sulle montagne hanno appurato che le spade dell’età del Bronzo erano strumenti con funzionalità molto specifica, destinati ad una élite guerriera e dalla forte connotazione simbolica e sacrale.

Dei rinvenimenti di spade in Trentino non si conoscono quasi mai le esatte condizioni del deposito originario, trattandosi di scoperte casuali. Tuttavia, sembra sempre trattarsi di luoghi di culto legati all’acqua e/o connessi alla frequentazione non occasionale di zone montane come le spade dal fiume Leno, presso Rovereto, dal letto del Sarca, presso Arco, o quella dalla torbiera dell’antico lago Pudro, presso Pergine Valsugana. Un esempio più simile a quello di Avio è quello delle due spade rinvenute presso il passo Vezzena, sugli altipiani di Lavarone e Luserna.

La connessione tra montagna e preistoria offre una ragione in più per viverla con consapevolezza ma comunque in sicurezza.

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